Si nasce o si diventa allergici?

La gestione funzionale delle allergie

Affinché si sviluppi una reazione allergica è necessaria una sensibilizzazione all’allergene che può avvenire in qualsiasi epoca della vita.

Possono essere individuate due categorie di allergie, ognuna caratteristica di una “fase” specifica:

  • Allergia nei bambini piccoli, prima infanzia detta «costituzionale»
  • Allergia nella seconda infanzia e nell’età adulta detta «acquisita»

Le cause dell’allergia «costituzionale» sono da ricercarsi, ad esempio, in:

  • Sistema immunitario mucosale immaturo;
  • Deficit di IgA ritardato;
  • Predisposizione ereditaria all’allergia (costituzione atopica);
  • Infezioni gastrointestinali;
  • Precoce introduzione di cibi solidi.

Negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento delle allergie che, nei casi dei bambini nella prima infanzia, potrebbe essere collegato a fattori legati sia al microbiota materno (influenzato dalla dieta) sia a fattori esterni esogeni (inquinamento, additivi alimentari, alta temperatura nella abitazioni) che rendono molto più probabile il contatto con gli allergeni respiratori o alimentari.

Per quanto concerne i primi fattori, le cause microbiche che aumentano il rischio di disbiosi e conseguenti allergie alimentari nei bambini legate alle abitudini alimentari della donna prima di concepire, riguardano:

  • Consumo di cibi preconfezionati,
  • Assunzione di antibiotici e inibitori dell’acidità gastrica

Una dieta materna ricca di fibre, di alimenti fermentati e cibi preparati in casa, invece, sono in grado di alimentare un microbiota sano capace di produrre acidi grassi a catena corta e un ambiente immunitario “tollerante”  alla nuova vita che nascerà*.

Riguardo gli altri fattori esogeni, e quelli legati allo stile di vita, anch’essi sono responsabili di un alto tasso di allergie nei bambini in tenera età.

Ad esempio:

  • Parti cesarei;
  • Allattamento artificiale;
  • Utilizzo di agenti antisettici e disinfettanti;
  • Il diffuso impiego di antibiotici;
  • Famiglie con un solo figlio

 

Possono sembrare motivazioni inusuali ma una vita più semplice, quasi bucolica, in un ambiente familiare ricco di amici, parenti, tanti bambini e animali sarebbe preferibile. Anche l’assunzione di probiotici e l’esposizione a una maggiore varietà e abbondanza di microrganismi ridurrebbe di gran lunga il rischio di allergie alimentari*.

Le cause delle allergie “acquisite” o “ad insorgenza tardiva”, invece, sono da ricercarsi nella perdita dei normali meccanismi di difesa (alterazione della barriera cutanea, incremento della permeabilità intestinale causato da stress, alcool, sport agonistico, esposizione a nuovi allergeni, alterazione dei meccanismi di digestione ed assorbimento).

I fattori scatenanti, noti anche come “precedenti”, sono:

  1. Esposizione a nuove tossine ambientali;
  2. Massiccia esposizione a muffe o pollini;
  3. Infezioni;
  4. Alterazione della composizione del microbiota;
  5. Carenze nutrizionali;
  6. Alterazione dei meccanismi di digestione;
  7. Stress estremo: psicologico o fisico;
  8. Alterazione della permeabilità intestinale

Anche e soprattutto in questo caso il ruolo della Medicina Funzionale potrebbe essere fondamentale per individuare l’agente sensibilizzante ed il meccanismo che ha condotto alla perdita secondaria della tolleranza, andando al di là del trattamento “tradizionale” delle allergie, ossia:

1) individuare cosa scatena l’allergia, così da poterlo evitare oppure indurre la desensibilizzazione all’allergene mediante iniezioni di estratto allergenico;

2) inibire i sintomi dell’allergia con i farmaci.

Ci si dovrà interrogare, infatti, su tante altre questioni per svelare gli “indizi nascosti” essenziali per aiutare il paziente:

  • Perché è allergico?
  • Perché le allergie sono peggiorate nel tempo?
  • Quali sono gli squilibri dell’organismo che portano al verificarsi dei sintomi allergici?

Molto spesso, infatti, l’allergia è un disturbo che riguarda l’intero organismo e non bisogna focalizzarsi solo sugli occhi, sul naso o sui bronchi.

Essa coinvolge organi che di solito non vengono inclusi nella diagnosi e conduce ad una serie di sintomi sistemici (dolori muscolari, dolori articolari, aumento di peso, cefalea, gonfiore addominale, insonnia, sbalzi d’umore, confusione mentale)

La terapia nutrizionale ed integrativa, allora, si dovrà fondere su tre ambiti di intervento:

  • Considerare il legame tra carenze nutrizionali e allergie;
  • Individuare il ruolo fondamentale delle sostanze nutritive nella disintossicazione;
  • Aiutare il supporto della funzionalità degli organi (fegato, pelle, intestino)

L’approccio alle allergopatie, quindi, dovrà essere necessariamente olistico e funzionale altrimenti occorrerà accontentarsi di soffocare l’ennesima reazione infiammatoria auto-provocata senza comprendere e quindi, guarire, la radice della problematica.

 

*Fonti : Aitoro R. et al. Nutrients – 2017;  Thorburn AN et al. Nature Communications – 2015