Muffin keto al cioccolato
Il Natale è ormai passato da un po', ma quanti di voi hanno ancora cioccolata e frutta secca a popolare la dispensa?
Oggi vi presento una ricetta di "recupero" che vi consentirà di utilizzare questi dolci avanzi del Natale in modo "responsabile", una versione keto di un dolce molto amato: il muffin.
Questa ricetta è consigliata anche per chi segue un regime a basso contenuto di carboidrati ma allo stesso tempo non vuole rinunciare al gusto.
Muffin keto al cioccolato - Ricetta
Ingredienti
- 100 gr di farina di mandorle
- 50 gr cioccolato fondente 100%
- 20 gr di cacao amaro
- 2 uova intere
- 2 cucchiai di olio di cocco
- 2 cucchiaini di eritritolo
- 1 cucchiaino di lievito per dolci
- Granella pistacchio (opzionale)
Procedimento
In un mixer ridurre in polvere le mandorle, aggiungere il cacao amaro e il lievito per dolci.
In una ciotola sbattere a mano le uova con l’eritritolo. Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente con l’olio di cocco e unirlo al composto di uova.
Inglobare a pioggia le farine e mescolare con una spatola.
Riempire dei pirottini per muffin e cuocere in forno statico per 13/15 minuti a 170 gradi.
L'innovativo protocollo che ha liberato Maria dai disturbi legati all'allergia
Quella nei confronti di Maria è stata una sfida.
Maria era prigioniera di una condizione allergica invalidante che le aveva reso la vita difficile fin da piccola. Tanti, troppi, i pareri contrastanti ricevuti. Nel tempo le sue manifestazioni erano peggiorate tanto da non permetterle più di mangiare nulla.
Ignorata da sempre la sua sintomatologia intestinale e la sua allergia al nichel.
Immaginate una vita a dieta di eliminazione per allergia ad alimenti contenenti le resistentissime LTP (lipid transfer protein) associata alla dieta di eliminazione per l'allergia al nichel: pollo, pollo, pollo e poi, pollo.
Negli anni, l'alimentazione di Maria si era ridotta sempre più, conducendola da un lato ad una monotonia invalidante e dall'altra ad un peggioramento della situazione intestinale per la comparsa di una disbiosi carenziale, quale quella presente negli individui con alimentazioni ripetitive e poco varie.
Abbiamo agito per priorità: L'intestino, in particolare, era la sua priorità. E l'intestino non sarebbe mai stato bene senza liberarsi dal nichel.
Pertanto, per prima cosa, le abbiamo prescritto un protocollo alimentare ed integrativo per il nichel della durata di 4 settimane.
Un'integrazione a supporto del suo intestino, Protocollo desensibilizzante di soli 15 giorni e reintegro graduale degli alimenti.
Vi lascio alla testimonianza di Maria, per scoprire com'è andata a finire.
Sono molto felice di raccontare la mia storia, perché dopo 15 anni finalmente posso dire di stare benissimo, e il merito è del percorso intrapreso con la Dottoressa Manfra.
I miei problemi di allergie e intolleranze, con conseguente prescrizione di diverse medicine, sono iniziati a 15 anni quando le allergie stagionali davano spazio a problemi di stomaco, rush cutanei e prurito ogni volta che mangiavo frutta estiva, cioccolata e alcuni tipi di verdure. Intorno ai 18 anni le cose sono peggiorate: avevo l’intestino sempre gonfio, con coliche ricorrenti e problemi seri di stipsi. Il medico che mi seguiva all’epoca ho provato a togliere classi di cibi e, in un primo momento, ho trovato sollievo con l’eliminazione del glutine. Nonostante ciò, i problemi intestinali e le reazioni allergiche persistevano: per ben sei anni, infatti, non ho toccato alcun tipo di pesce a causa di due episodi di forte shock anafilattico in concomitanza con il consumo di merluzzo e tonno in scatola. L’ultima visita specialistica e il risultato dei patch test per le allergie aveva sottolineato sensibilità ad una proteina presente in tutta la frutta e la verdura. Per tali risultati, fino a pochi mesi fa, potevo mangiare solo carne, riso e pochi vegetali che sembravano non darmi troppi problemi; ma continuavo ad avere prurito e rush cutanei, mal di stomaco e soprattutto intestino gonfio. Inoltre, un effetto secondario della cattiva alimentazione era l’aumento di peso nonostante la restrizione alimentare, la stanchezza cronica e un senso di sonnolenza continuo che incidevano anche sull’umore.
Sono due mesi, ormai, che sono seguita dalla Dottoressa Manfra e dalla Dottoressa Giordano e ho iniziato a sentire dello schema alimentare prescrittomi già dopo le prime settimane: non ho più dolori di stomaco e l’intestino gonfio, sparito il prurito e gli sfoghi cutanei. Sono più lucida, attiva e non soffro più di sonnolenza, soprattutto dopo pranzo; anche l’umore ne ha risentito positivamente e non ho più paura di mangiare e stare male.
È la prima volta che vado da uno specialista e invece di togliere cibi, li aggiunge: mangio di nuovo il pesce, cereali con glutine e frutta e verdura che in passato mi avevano sempre dato problemi. Mangio cose che non mangiavo da anni, e tutto grazie alle loro conoscenze e alla loro professionalità. Per questo sarò loro sempre grata.
Gli effetti del Covid sulla salute cardiometabolica
L’obiettivo di questo articolo è quello di fare luce sugli effetti a lungo termine del COVID-19 sulla salute cardiometabolica, ovvero sulle complicanze dal punto di vista cardiovascolare e del metabolismo glucidico a cui vanno incontro i pazienti 3-6 mesi dopo aver contratto la malattia.
Questo perché fin troppo si è parlato degli effetti in acuto dell’infezione, ma poco ancora si sa sugli effetti a lungo termine, o meglio, molti studi sono ancora in corso ed il capitolo, purtroppo, non può ancora considerarsi completamente concluso.
Per la maggior parte dei pazienti risultati positivi al COVID-19, i sintomi sono migliorati o si sono risolti in pochi giorni; purtroppo, però, una grande porzione della popolazione che ha contratto il virus non ha smaltito i sintomi in un tempo così breve.
La condizione che vede il persistere di sintomi legati al COVID-19 oltre tre mesi dall'inizio dell'infezione, che non possono essere ricondotti a diagnosi alternative o precedenti, è conosciuta come Long-Covid, secondo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
I sintomi da long-Covid variano di numero e grado ed i più frequentemente riportati ai clinici da parte dei pazienti sono:
- affaticamento,
- problemi di concentrazione,
- disturbi del sonno,
- dolori articolari,
- ansia e depressione,
- affanno
- dolore toracico.
Alcuni recenti studi hanno dimostrato un’associazione con l’insorgenza di disturbi di natura cardiometabolica, alcuni dei quali sono emersi già in fase acuta di infezione.
Una complessa meta-analisi del 2022 originata da quattro studi osservazionali ha rilevato un rischio superiore del 59% di sviluppare il diabete durante il long-Covid.
Uno studio di coorte cinese, sempre del 2022, ha seguito 534 pazienti ospedalizzati per COVID-19 per un tempo medio di 460 giorni e ha confrontato i risultati tra i casi gravi COVID-19 e i casi non gravi. Disturbi del sonno e stanchezza sono stati i sintomi persistenti più comuni in entrambi i gruppi. Inoltre, al follow-up di 15 mesi, sullo 3,56% dei partecipanti totali allo studio senza precedenti di diabete sono stati riscontrati valori di glicemia a digiuno superiori di 126 mg/ dL (livello che, se riscontrato per due volte di seguito, porta alla diagnosi di diabete) o livelli di Emoglobina glicosilata HbA1c superiori o uguali al 6,5% (sarebbe ottimale, per un paziente sano, avere valori di HbA1c entro 5,4%). Tra i limiti riscontrati in questo studio la mancanza di dati da parte dei pazienti ambulatoriali per un confronto dei risultati.
In relazione alle problematiche cardiache, una recente revisione sistematica di 67 studi ha rilevato che per alcuni pazienti, gli effetti di lunga durata del COVID-19 includevano:
- infiammazione del miocardio,
- anomalie alla risonanza magnetica cardiaca,
- aumento della frequenza cardiaca a riposo
- palpitazioni.
Inoltre, un’altra revisione sistematica del 2022 ha esaminato i segni clinici associati a potenziali disturbi cardiovascolari e metabolici dopo un'infezione da Sars-Cov2. Su pazienti che manifestavano anche altri sintomi da long-covid, i ricercatori hanno riscontrato, da 3 a 6 mesi dopo la negativizzazione:
- un aumento della pressione arteriosa sistolica
- aumento significativo dei trigliceridi,
- aumento del colesterolo LDL,
- iperglicemia.
Gli studi hanno dunque evidenziato che più organi e sistemi del corpo sono influenzati dall’ infezione da COVID-19. Tuttavia, la ricerca sul long- Covid è tuttora nel pieno della sua indagine e molti meccanismi non sono ancora pienamente noti.
Dal canto nostro, di medici che ci occupiamo di prevenzione cardiometabolica, ovvero di individuazione precoce dei fattori di rischio cardiovascolari e di alterazione del metabolismo glucidico, è necessario un monitoraggio attento dei pazienti affetti da disordini da long-covid.
Questo resta ora fondamentale per chiarire i possibili collegamenti tra l’infezione da Covid e l’insorgenza di disturbi cardiometabolici.
Una delle ipotesi più accreditate di tale alterazione cardiometabolica è da ricercarsi nella disfunzione mitocondriale conseguente all’infezione da Sars-Cov2. I mitocondri sono le centrali energetiche delle nostre cellule e dal loro funzionamento dipende la capacità delle cellule di generare energia a partire dai substrati.
I muscoli sono particolarmente ricchi di mitocondri, sia il muscolo scheletrico che il muscolo cardiaco. Per questo motivo, le alterazioni funzionali e strutturali del muscolo cardiaco possono essere spiegate dall’alterazione della funzione dei cardiomiociti, o meglio, dei mitocondri presenti all’interno dei cardiomiociti che sono le cellule muscolari del tessuto cardiaco.
In merito, invece, alle alterazioni metaboliche, quali l’iperglicemia e l’insulino-resistenza esse potrebbero essere secondarie all’alterazione dei mitocondri del tessuto muscolare scheletrico.
Noi sappiamo infatti che il tessuto muscolare scheletrico è il primo tampone della glicemia, ovvero, il tessuto che se ben trofico aiuta a captare il glucosio in circolo e a tenere verso il basso i valori di glicemia. Nel momento in cui vengono alterati i mitocondri muscolari, la capacità del muscolo scheletrico di captare glucosio dal circolo si riduce e quindi l’effetto netto sarà quello di un aumento della glicemia.
Le strategie terapeutiche, saranno quelle di andare a migliorare la funzione mitocondriale con molecole antiossidanti e antinfiammatorie quali il glutatione, l’acido alfa lipoico, gli omega 3 e il coenzima Q10.
Molto utile si è dimostrata essere la supplementazione di l-acetyl-carnitina a supporto delle strutture muscolari da 3 a 5 grammi al giorno.
Andranno quindi prese in considerazione tutte quelle alterazioni sospette dei livelli di glucosio, della pressione sanguigna e dei profili lipidici che ci permettano di fornire assistenza clinica post-Covid ad un paziente approntando un piano terapeutico personalizzato.
La personalizzazione della cura prevede l’impostazione di strategie che permettano di ridurre il rischio cardiovascolare e di sviluppo di diabete di quel, singolo ed unico paziente, alla luce delle sue altre patologie e degli altri sintomi del Long-covid.
[Fonte: Istituto di Medicina Funzionale]
L'incontro che ha cambiato la mia vita - la storia di Ylenia
Quando Ylenia mi scrisse la prima volta, era il lontano giugno 2020. La sua mail mi colpì molto, era lunga, vera, sentita e sincera e, nonostante fossero le 2 di notte, la lessi tutta d'un fiato.
Esordiva così:
"Buonasera dr.ssa Manfra,
Mi chiamo Ylenia e ho 28 anni. Le scrivo da Rimini, ma ho lasciato la mia bella Napoli da bambina e vengo di tanto in tanto a ricaricarmi di gioia e profumo di mare. La contatto però come paziente [..]"
Mi aveva già colpito ed affondato! E continuava:
"Sono obesa, e oscillo attualmente fra gli 83 ed i 86 chili per 1,64 metri. Soffro di PCOS (sindrome dell'ovaio policistico n.d.r.). Ho fatto numerosissime diete e altrettante terapie farmacologiche e integrative fin da quando ero adolescente.
Quindi ora vorrei, con tutta me stessa, incontrare l'ultima nutrizionista che mi aiuti nella perdita di tutto il peso che ho in eccesso, sul corpo e sul cuore, perché sono davvero esausta. Questo posso dire che rappresenta il mio primo obiettivo, il più importante. Mi può aiutare? Aspetto una sua gentile risposta, affermativa o negativa che sia, sperando in un suo sì."
Non attesi l'indomani per scriverle. Come sapete, non riesco a seguire tutti i pazienti online, ma con lei fu "amore a prima mail"!
La ringraziai per quella mail a cuore aperto e fissammo un appuntamento.
Il suo percorso è stato lungo e fatto, come tutti, di alti e bassi.
Più di una volta ho dovuto rimproverarla, ma con il cuore, come fa una mamma con il suo bimbo, per la sua eccessiva (fin troppo) precisione e la tendenza ad assumere atteggiamenti anche troppo severi con se stessa.
Abbiamo pianto insieme per le vicissitudini che la vita ci ha fatto affrontare e gioito per i tanti successi.
Con il suo percorso siamo cresciute un po' entrambe.
Vi lascio le sue parole:
Quando scrissi alla dottoressa Manfra, quasi tre anni fa, mi sentivo vulnerabile e in cuor mio pensavo che sarebbe stato l'ennesimo fallimento. L'intuito, però, mi diceva che dovevo provarci l'ultima volta.
Ho 31 anni e la mia storia “dietetica” inizia tra la terza e la quarta elementare. Forse ero in sovrappeso, non lo ricordo, sicuramente ho vissuto sempre sotto controllo dietetico rigidissimo da cui io in qualche modo ho sempre cercato di scappare, incappando in più di un problema con il cibo.
Prima grassa, poi magra, mai semplicemente me stessa.
Non ricordo con esattezza come abbia trovato la dottoressa Francesca Manfra, onestamente non mi sovviene, ma posso affermare con certezza che qualcosa mi ha guidata da lei, la stessa guida che ci ha portate, vicendevolmente, a sceglierci.
Soffrivo di PCOS e le avevo provate tutte. Il mio fenotipo era quasi un en plein: insulino-resistenza, iperandrogenismo, obesità. Dai 16 anni sono stata seguita da numerosi specialisti e nutrizionisti, ma mai nessuno era riuscito a sciogliere questo circolo vizioso detestabile o, meglio, nessuno era riuscito ad aiutarmi a risolverlo davvero.
Grazie alle cure della dott.ssa Manfra sono riuscita a trovare il mio equilibrio e posso vantare un altro tipo di en plein! Ho perso del peso, ho tentato di mantenerlo, poi l'ho ripreso. È stato impegnativo accettarlo, ma la dottoressa mi ha aiutato a capire che questo non è un percorso lineare e che va bene così. Così mi ha guidata ancora, e ancora... Senza lasciarmi un momento, sostenendomi anche nei "deliri" a cui oggi penso sorridendo.
Questa cosa qui, in particolare, non l'aveva mai fatta nessuno...
La dottoressa ha dato concretezza al significato di “stile di vita” che tutti ti spiegano sempre, che tu comprendi pure, in fondo, ma che alla fine non attui mai.
Ora invece ho scelto uno sport che mi piace e lo sto praticando con continuità, ho riacquisito la mia ciclicità femminile, ovulo ogni mese e non ho più problemi di salute riproduttiva.
Mi piaccio sul serio e non so neanche quanto peso! So che sto bene, sono serena e finalmente mi sembra tutto quello che conta.
La dottoressa Manfra ti accompagna, a volte anche crudamente se serve e ti conduce alla versione migliore di te.
È stato un bellissimo viaggio, dottoressa, un grazie grande come il bene che mi ha fatto!
Jessica: "La dieta a basso contenuto di nichel che mi ha restituito la mia vita"
Quando Jessica si è presentata nel mio studio era molto sfiduciata.
Il ricordo che ho di lei è di una ragazza fragile e bisognosa di aiuto, ma anche molto prevenuta. La sua chiara titubanza gettava le basi in tanti, troppi, fallimenti ai quali era andata incontro nel suo passato.
L'allergia al nichel contro cui combatteva da tempo sembrava peggiorare ogni giorno di più e nessuno era stato in grado di proporle una terapia efficace.
E' stato difficile per me convincerla che non tutto era perduto e che doveva solo darmi la possibilità di capire come aiutarla. Con non poca reticenza, Jessica si è lasciata andare e mi ha permesso di aiutarla. Di seguito la sua testimonianza...
"La dottoressa Manfra mi è stata consigliata dalla mia otorinolaringoiatra. Ero andata da lei a causa di un problema all'orecchio e al naso a cui nessuno riusciva a dare un rimedio. Ho fatto delle prove allergiche approfondite e mi sono state diagnosticare due allergie abbastanza forti, tra cui quella al nichel.
Mi sono rivolta alla dottoressa Manfra perché, documentandomi, ho scoperto che il nichel è presente soprattutto nei cibi, e la dottoressa è esperta nel redigere delle diete specifiche per i pazienti che hanno delle problematiche serie.
Nell'ultimo anno non riuscivo più a capire cosa mi facesse male quando mangiavo. Avevo problemi forti con i latticini, melanzane, funghi, ma poi ogni cosa sembrava crearmi svariati disturbi: gonfiore, stipsi, diarrea. Erano sopraggiunti anche forte nausea continua, dolori addominali frequenti ed in alcuni casi eruzioni cutanee, prurito continuo alle mani. Una situazione davvero insostenibile.
In passato sono andata anche da altri medici, ma nessuno riusciva a darmi soluzioni a lungo termine. Mi sono messa in macchina e ho deciso di riprovarci anche se molto titubante.
Nessuno mai mi ha fatto compilare una scheda con tutti i miei dati, patologie, problematiche varie, ecc. Già questo ha mostrato una forte differenza. Una volta arrivata lì la dottoressa mi ha ascoltata e ha creato per me da zero una dieta Low food map con attenzione anche al nichel.
Ero e sono un caso clinico vero e proprio. Paziente con endometriosi, colon irritabile ed allergia al nichel. Le prime 5 settimane sono state davvero dure, ma i sintomi e i dolori si sono ridotti quasi del 90%, se volessimo dare una percentuale. Piano piano ci sono state le reintroduzioni per capire cosa poter mangiare di nuovo o cosa eliminare del tutto.
La dottoressa mi ha spiegato come comportarmi per evitare che i livelli di tolleranza del nichel possano risalire. Sono entrata nell'ottica.
Quando sentivo di non farcela lei mi ha spronato ad andare avanti. Mi ha seguita per 5 mesi ed ancora oggi seguo la sua dieta.
Risultato: ultima ecografia dal ginecologo, nessun dolore, il colon non era irritato, diminuiti i problemi di emorroidi dati dalla stitichezza; ho raggiunto una certa regolarità intestinale, ho mangiato alcune tipologie di latticini ed anche vari gelati, cosa che non riuscivo a fare da anni; eruzioni cutanee sparite; sto mangiando di nuovo le melanzane. Sono sempre in fase di sperimentazione per i cibi che introduco piano piano ed in base alla reazione decido se mangiarli oppure no. Direi che pero' sto molto meglio in tutti i sensi."